Perché ricordiamo Silvestro Colalelli
L’intitolazione a qualcuno di un pezzo, seppur piccolo, della “cosa pubblica”, è un atto di quelli che non cambiano immediatamente la vita dei cittadini. Si tratta di un atto simbolico che l’amministrazione comunale pone in essere per lanciare un messaggio alla popolazione, soprattutto alle generazioni future.
In questo tempo di crisi totale, tutto ciò che riveste un carattere simbolico è considerato spesso e volentieri praticamente inutile, ridicolizzato in nome di un utilitarismo materialista che già troppi danni ha fatto alla società occidentale. Ma andando in profondità, vediamo che l’origine greca della parola “simbolo” ci parla di un qualcosa che unisce, che dà senso allo stare insieme.
Intitolare il piccolo giardino (denominandolo “largo”) nei pressi del piazzale Oddo Valeriani alla memoria di Silvestro Colalelli, assume un valore simbolico nel momento in cui ci si richiama alla figura di una persona che ha sempre servito lo Stato con fedeltà assoluta, coltivava un grande senso di appartenenza nei confronti del suo paese natio, trovava il tempo per sostenere i progetti solidali dell’Amref in Africa ed ha lasciato prematuramente la vita terrena nelle montagne in cui amava trascorrere il suo tempo libero.
Questi sono i motivi per cui abbiamo riconosciuto in Silvestro Colalelli un esempio, in netta contrapposizione allo storico calo di credibilità che le istituzioni possono vantare oggi nei confronti del popolo italiano, all’egoismo imperante, alle mode dell’esotismo e dell’internazionalismo secondo cui “l’erba del vicino è sempre più bella” e infine all’anticultura che sta distruggendo l’ambiente naturale.
Questo è per noi Silvestro Colalelli, queste le ragioni per cui ne vogliamo commemorare le spinte ideali. Un uomo dello Stato, che nonostante abbia dato molto alla Polizia di Stato non se ne è mai vantato.
Domani sarà un giorno di festa, un giorno per un ricordo, un giorno in cui avremo l’onore di avere la Banda musicale della Polizia di Stato, un giorno in cui invito tutta la popolazione a partecipare all’iniziativa che – seppur con alcuni distinguo – ha trovato il consenso unanime del Consiglio comunale.
Stefano Petrocchi