Papa Francesco: semplicità e speranza
“Fratelli e sorelle, buonasera” e il cuore si emoziona. Si presenta così al mondo il nuovo pontefice, con la sua semplicità, la sua umanità e il suo nuovo nome. Papa Francesco da subito esce dai protocolli: niente oro nel crocifisso al collo e nell’anello papale; invita i suoi connazionali a non spendere i soldi per il viaggio ma piuttosto di darli ai poveri.
Guardo il pontefice nei suoi gesti fermi, sicuri, forti come la sua fede. Quel sorriso, le strette di mano. Una fede profonda nelle parole, diretta al cuore della gente, semplice come il messaggio del santo di Assisi di cui ha scelto il nome. Vuole una chiesa dei poveri, tra la gente, con la gente. Dopo la Messa va fuori della chiesa e aspetta i fedeli come il nostro parroco quando ci aspetta per salutarci.
Non ho potuto non scorgere le parole stupende dette durante l’omelia della messa di intronizzazione, un pensiero rivolto ai più deboli e un appello a chi occupa ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale: “Per favore, siate custodi della creazione, dell’altro, dell’ambiente”. E un messaggio di grande speranza : “Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. Odio, invidia e superbia sporcano la vita”, ha continuato, “non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo”. E quella visione del potere: “Il vero potere è il servizio”.
Un pensiero e un ringraziamento va anche al suo predecessore, Benedetto XVI, e al suo immenso gesto umano e umile di abbandonare la guida della chiesa. Oggi guardiamo al nuovo papa come la guida spirituale e morale che esso rappresenta, e l’augurio più grande è quello che riesca con la forza della fede e della semplicità dei suoi messaggi, di farci camminare nella luce della speranza e che sia sempre di sollievo ai cuori di tutti noi, credenti e non, cristiani o di altre fedi religiose.
Stefano Petrocchi