Bandiera arancione: lo Stato aiuti i piccoli comuni
Pubblichiamo la lettera indirizzata al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio dei ministri.
Illustrissimo Presidente,
in qualità di presidente dell’Associazione Paesi Bandiera Arancione, che rappresenta 247 piccoli e medi comuni italiani di eccellenza storico-turistico-culturale, e Sindaco del Comune di Dolceacqua (Imperia), sono a chiederle la sua attenzione per una problematica che si sta rappresentando fortemente a seguito dell’attuale periodo di lockdown dell’intera nazione.
Nei nostri comuni, in questi giorni, è risultato evidente come la presenza delle piccole attività commerciali, in particolare quelle alimentari, ha assunto una determinante importanza per la sopravvivenza della comunità. Da diversi anni oramai si discute di misure in difesa e tutela delle piccole comunità; a tali dibattiti, però, hanno sempre fatto seguito norme e finanziamenti senza una vera progettualità che guardasse al futuro, per consentire e favorire lo sviluppo delle loro enormi potenzialità intrinseche.
Tutti i piccoli comuni italiani, hanno dato in queste settimane prova di essere centri di grande solidarietà, a dimostrazione di come in essi sia ancora fortemente presente la componente umana e sociale, e ciò renda più facile gestire situazioni emergenziali anche di tipo economico, come in questa fase.
Giunti a questo punto, il rischio è che, a seguito delle difficoltà dettate dalle chiusure obbligatorie, molte attività commerciali presenti in questi borghi, legate in modo particolare al turismo, si trovino a non essere in condizione di poter riaprire. Ciò determinerebbe di fatto non solo una perdita di posti di lavoro, ma soprattutto un impoverimento drammatico di servizi che porterebbero nel medio e lungo periodo al rischio di spopolamento (già in parte avvenuto con la chiusura di servizi quali scuole e poste). Si verrebbe a creare un meccanismo “a cascata” di depauperamento del territorio, sia in termini di cultura e tradizioni che di abbandono di immobili, terreni e campagne, che, come tutti noi sappiamo, metterebbe a rischio idrogeologico tutto il territorio a valle.
L’Italia è una nazione la cui storia è stata fatta dai piccoli comuni, non è pensabile ipotizzare un’Italia diversa, senza la presenza e la forza di queste entità, connesse da associazionismo e volontariato. Entità che, negli ultimi anni, hanno creato un percorso virtuale economicamente positivo, creando di fatto nuove economie, nuovi posti di lavoro con una crescita economica superiore a quelle delle cittadine.
L’Economia di queste comunità è oggi trainata dal turismo, motore di sviluppo imprenditoriale con una forte ricaduta occupazionale, non soltanto sul comparto strettamente inteso ma anche sull’indotto, come ad esempio quello agricolo, soprattutto in relazione alle prospettive di importante crescita del fenomeno a livello internazionale.
Si chiede pertanto una maggiore attenzione nell’aiutare queste entità a sostenere tale sviluppo che ha avrebbe una ricaduta positiva anche verso i giovani, che negli anni passati hanno dovuto abbandonare la loro terra di origine per trovare una occupazione, costruendo il loro futuro nelle grandi città. Oggi, ne siamo convinti, un’attenta e mirata politica in questa direzione, sostenuta da norme e finanziamenti adeguati, potrà invertire la tendenza e creare nuove opportunità.
In conclusione, sono con la presente, a nome dei circa 8.000 comuni sotto i 5.000 abitanti, a chiederle di farsi promotore di questo messaggio, affinché la legge sui “Piccoli Comuni” venga finalmente integrata con contenuti adeguati a livello economico, ma soprattutto venga elaborata con una progettualità di lungo periodo con strategie integrate per i territori e non con contributi “a pioggia” che hanno un mero valore di propaganda politica per chi è in quel momento al governo.
Il Presidente
e Sindaco del Comune di Dolceacqua
Fulvio Gazzola