Teatro a Casperia: Autrici – Autori 4 a 1
La Compagnia del Violangelo-gruppo Giovani di Violetta Chiarini ha aperto a Casperia (RI) la nuova stagione all’insegna del teatro contemporaneo. Aveva chiuso l’anno in bellezza il 28 dicembre scorso con la terza manifestazione del progetto “Teatro in Provincia-anno II: 14 Teatri x 30 Autori”, promosso dal Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (Ce.N.D.I.C.), diretto da Maria Letizia Compatangelo, che ha per scopo la promozione e la valorizzazione in Italia e all’estero delle opere teatrali di autori italiani viventi. Il progetto, ideato da Duska Bisconti, con la partecipazione di Antonia Brancati e Paolo Valentini, dopo il successo della precedente edizione, è giunto al secondo anno di vita con la partecipazione di 14 città, dal nord al sud d’Italia, quasi tutte capoluoghi di provincia. I testi teatrali presentati il 28 dicembre scorso dagli attori della Compagnia del Violangelo, con la regia di Violetta Chiarini, erano:”Il megafono della verità” di Augusto Bianchi Rizzi, “Stasera hai vinto un cabarettista” di Claudio Braggio, “Piccolo mondo antico” di Carla di Donato, “La lezione” di Serena Piccoli, “Caos” di Paolo Valentini. Poiché è previsto un vincitore assoluto della kermesse teatrale – che si svolge in contemporanea nei 14 teatri italiani aderenti al progetto e che avrà termine alla fine del prossimo aprile – a Casperia, come nelle altre città di provincia, il pubblico ha votato anche stavolta il testo preferito tra i cinque presentati nella serata. Vincitore è risultato “La lezione” di Serena Piccoli, dialogo in cui una novantanovenne combattiva e simpatica si trova a sfidare con ironia la Morte, ma soprattutto la Vita. Un testo dal sapore filosofico e vagamente esoterico, ricco di momenti poetici. Affidato all’interpretazione, intensa e impeccabile a un tempo, di Violetta Chiarini e Angelo Grieco, richiama alla mente certi film di Ingmar Bergman.
Nella “tornata” del 25 gennaio scorso sono stati presentati, sempre per la regia di Violetta Chiarini, altri cinque corti di altrettanti autori, o, meglio, di 4 autrici (Brancati, Chiarini, di Clemente e Paganini) e di un autore (Patelli). “Un addio” di Antonia Brancati è un testo di garbato e intelligente femminismo, con Nicola Caccavelli, attore di particolare empatia, nel ruolo di un marito-padrone, e Liliana Paganini, eclettica e sensibile attrice, in quello di una sorprendente moglie. Chiosa musicale appropriata, tratta dal repertorio di cantante della regista, le cui parole dicono, tra l’altro: “…La donna comune è comune come il serpente a sonagli.”
“Suggestioni per Bilal”, di Maria Teresa di Clemente è un testo letterario in cui è descritto – in una sorta di delirio appassionato e rabbioso, ma lucido – un viaggio a Dirkou, comune rurale del Niger, nei camion dei profughi e dei migranti verso l’Europa. Bilal è il compagno e primo muezzin di Maometto ed è il nome che è stato usato dal giornalista Fabrizio Gatti per infiltrarsi nel Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, una vicenda narrata nell’omonimo libro, Bilal. Evidentemente nel titolo del testo della di Clemente tale nome viene citato anche per l’analogia fra l’atroce vita di schiavo, poi liberato, di questo personaggio e la condizione dei clandestini che arrivano a Lampedusa. Alla prima parte del testo, densa di forti immagini poetiche e momenti sensazionali, ne segue una seconda – sociologica – condivisibile, ma non omogenea con la prima sul piano formale. Il testo tuttavia raggiunge nell’insieme una sua convincente teatralità grazie alla sensibilità interpretativa di Stefano Skalkotos e all’inventiva registica di Violetta Chiarini che ha pure impreziosito il tutto con antiche melodie mediorientali, cantate in lingua originale da lei stessa.
“Le sorelle Materazzo” di Alberto Patelli è un divertente dialogo tra due sorelle, non più giovanissime e in sopraggiunte ristrettezze economiche, che battibeccano sulla necessità che la meno anziana si trovi un lavoro per arrotondare la magra pensione di reversibilità della sorella maggiore, insufficiente per loro e per il diciottenne Miguelito, accolto in casa e per il quale le due sorelle stravedono, non ricambiate. Costui (che non appare in scena), figlio del tradimento del fu secondo marito della vedova con una femme de joie argentina, tiranneggia le due donne e manca loro di rispetto. La pièce si conclude con una gran pernacchia fuori scena dell’amato “figliastro”. Testo comico nella forma, ma con una forte componente drammatico-amara nel contenuto. Condimento musicale con la voce della regista nella celebre ironica canzone di una sciantosa napoletana, ché in napoletano è scritto il testo. Liliana Paganini e Violetta Chiarini erano le due sorelle, affiatate, autoironiche e perfettamente calate nei due caratteri partenopei.
“Stretta stretta” di Liliana Paganini è un testo attualissimo che rappresenta in certo modo la dinamica di un potenziale femminicidio. Grazie a Facebook, un ex marito ritrova dopo vent’anni la ex moglie che sembrava sparita nel nulla. Dal passato riemergono tutti i conflitti e la donna diventa vittima di un’ennesima violenza. Il dialogo tra i due parte pacifico, quasi in sordina, per arrivare gradualmente, attraverso un crescendo drammatico, al momento in cui il marito sadico estrae una pistola e minaccia di uccidere la moglie se questa rifiuterà di accoglierlo di nuovo. La pièce termina col terrore di lei che urla invano aiuto in un palazzo vuoto per le ferie estive. La regia di Violetta Chiarini ha dato una profonda chiave di lettura, simboleggiata dallo stacco musicale conclusivo col finale di una canzone, tratta dal suo audiolibro Mondadori “Femminilità e femminismo”, che dice”…Questa è la fine del mondo della donna, questo è il senso del mito dell’uomo, generato dalla paura della forza della donna scatenata nel sole del mattino.” Coinvolgente e intensa la recitazione dei due interpreti: Stefano Skalkotos nel ruolo del marito e la stessa Chiarini in quello della moglie.
“Loculi e locazioni” è il quinto testo presentato ed è risultato vincitore della serata, poiché ha ottenuto il maggior numero di voti dal pubblico presente in sala. E’ tratto da “Le avventure romane di Caterina”, una divertente pluripremiata pièce tragicomica in due tempi di Violetta Chiarini sul tema della corruzione, già vincitrice, con altro frammento, in manifestazioni di varie città nella precedente edizione di “Teatro in Provincia”. Testo molto teatrale, con vari personaggi evocati che consentono alla Chiarini ‘interprete di dare sfogo alla sua straordinaria capacità di far vivere sulla scena tipi femminili e maschili, i più disparati ed esilaranti. Il personaggio da lei creato, e già portato al successo attraverso la radio, si esprime in un linguaggio reinventato per il teatro che fa di Caterina una sorta di maschera, definita a suo tempo da Giorgio prosperi, in una recensione su Il Tempo, “Una soubrettina goldoniana”. In “Loculi e locazioni” Caterina, serva di scena di una star, è alla ricerca di una casa a Roma al giusto prezzo e, dopo incredibili paradossali avventure, ottiene il sospirato alloggio attraverso uno scambio tra un impresario di pompe funebri, suo compagno d’infanzia, e il proprietario di un contesissimo appartamento. Situazione limite, come vuole il teatro, per cui, a dirla con Caterina: “Il vivo arlòca il morto e il morto arlòca il vivo!”
Puntuale e inappuntabile la collaborazione tecnica di Walter de Angelis e di Emanuele Lotti del DAMS-Università di Roma.
Molti applausi per tutta la compagnia da parte del caloroso pubblico, tra cui erano presenti Pietro Carriglio, nota personalità del Teatro Italiano, le autrici Antonia Brancati, Maria Teresa di Clemente e Anna Cantagallo; gli attori Cristina Fondi e Gabriele Tozzi e alcuni discendenti di antiche famiglie italiane: Guglielmo Masetti Zannini – pure autore Cendic -, Caterina Carpegna, Paola Massimo e Carlo Pietromarchi.
Fernando Bevilacqua